666, l’inganno dell’Anticristo

Isotopi

In chimica un isotopo è un atomo di un qualsiasi elemento che conserva lo stesso numero atomico (comunemente identificato con Z), ma che presenta differente numero di massa (A). Di conseguenza la massa atomica sarà diversa.

Il numero atomico identifica il numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo ed è ciò che possiamo facilmente dedurre leggendo una tavola periodica. Gli atomi con uguale numero atomico si trovano nello stesso posto nel sistema periodico. Per cui atomi con lo stesso numero atomico appartengono allo stesso elemento. Il numero di massa invece è dato dalla somma dei neutroni e dei protoni, chiamati complessivamente nucleoni, contenuti appunto nel nucleo. Per cui, riassumendo, un   isotopo è un atomo, di un qualunque elemento chimico, che mantiene lo stesso numero atomico, ma differente numero di massa  e perciò differente massa atomica . La differenza del numero di massa è dovuta al numero di neutroni, presenti nel nucleo dell’atomo, a parità di numero atomico. Ad esempio l’elemento idrogeno (H) è costituito da tre isotopi: Prozio con numero pari a zero di neutroni, Deuterio con un neutrone e Trizio con due neutroni.

Il carbonio ha tre isotopi naturali (altri 12 possono essere prodotti in laboratorio artificialmente). Due sono isotopi stabili, 12C e 13C. Il 14C è un radioisotopo conosciuto come radiocarbonio, molto utilizzato in ambito scientifico e archeologico e decade con un tempo di dimezzamento di 5568 anni.

Il carbonio-12 o 12C È quello più abbondante in natura (98,89%) e non è radioattivo. Possiede 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni: guarda caso…666!

Il fenomeno del decadimento radioattivo

Il decadimento radioattivo di un radionuclide (P) consiste nella sua trasformazione spontanea in un altro nuclide con emissione di energia corpuscolare ed elettromagnetica. Il nuclide che si forma può essere a sua volta radioattivo e subire quindi un altro decadimento oppure può divenire un nuclide stabile. I radionuclidi esistenti in natura e contenuti nelle rocce e nei minerali vengono ampiamente utilizzati in ambito geologico per la datazione delle rocce: il decadimento radioattivo segue una legge costante nel tempo indipendente dalla temperatura, dalla pressione e dallo stato chimico del composto che contiene il radionuclide stesso.

L’Apocalisse di Giovanni e il 666

Apocalisse 13:13-15

“E le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia, affinché l’immagine della bestia parlasse, e di far sì che tutti coloro che non adoravano l’immagine della bestia fossero uccisi. Inoltre faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla loro mano destra o sulla loro fronte, e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il marchio o il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei (666)”.

Questo estratto dell’Apocalisse, molto famoso e scritto dall’apostolo Giovanni, probabilmente in preda a deliri e visioni durante l’esilio nell’isola greca dell’Egeo, Patmos, ha dato vita ad una miriade di interpretazioni circa l’identificazione dell’Anticristo, su cui non mi soffermerò per onesta intellettuale: al momento della scrittura di questo articolo non mi trovo in esilio su alcuna isola e sono quasi certo di non delirare.

L’Antico e il Nuovo Testamento danno forma, attraverso molti aspetti simbolici, ad un Anticristo complesso, in continua evoluzione e sempre pronto a scagliarsi contro l’umanità.

L’Anticristo non è il grande avversario (Satana), non è una persona fisica in particolare e, soprattutto, non è ciò che intendono i fanatici religiosi, i sognanti personaggi new age e gli instancabili complottisti.

Chi è dotato di un livello di consapevolezza leggermente superiore alla media si renderà conto che parlare dell’Anticristo è anche parlare dell’uomo, delle sue primitive paure, delle sue ataviche imperfezioni mai risolte e del parziale fallimento filosofico culturale dell’antropocentrismo.

Per alcuni l’Apocalisse è un monito di paura, per altri addirittura di speranza e di redenzione: certamente Giovanni non ha aiutato molto ad essere ottimisti, visto che lui stesso scrive:

A chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro”. Un monito di tutto rispetto, non c’è altro da aggiungere.

666 il numero dell’imperfezione

Da un punto di vista prettamente simbolico il numero 6 è inferiore al 7; quest’ultimo rappresenta la completezza dal punto di vista di Dio e il compimento della volontà divina. Il numero 6 invece rappresenta l’incompletezza (dell’uomo), gli istinti umani che predominano sull’aspetto spirituale: ripetere il numero 6 per ben tre volte è simbolo di grandissima imperfezione. In realtà nell’ebraismo il numero 6 rappresenta la completezza, ma questo è un altro discorso…!

666 e l’isotopo del carbonio 12C

L’isotopo del carbonio 12C è quello più abbondante in natura (98,89%), non è radioattivo e costituisce la base di tutta la materia vivente, compreso l’uomo. Andiamo a vedere la sua composizione atomica: esso possiede 6 protoni e 6 neutroni nel nucleo e 6 elettroni che vi orbitano attorno.

Coincidenza interessante sulla quale si sono scatenate una quantità di ipotesi, tesi, assiomi e deliri in numero ragguardevole.

Giovanni asserisce che: “qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei”.

Per cui, traendo due semplici deduzioni, è plausibile comprendere che questo numero (666) possa indicare l’atomo di carbonio suddetto, base della vita e dell’uomo.

Differenti interpretazioni

Secondo alcuni studiosi avversi alla Chiesa Cattolica, per comprendere il numero 666 è necessario partire dalla definizione latina di Vicario:

Vicario (dal latino, vicarius tenente) Chi fa le veci di un altro. Vicario di Gesù e di Pietro, il Papa.

Vicario di Gesù significa vicario del figlio di Dio, scrivendosi in latino: VICARIVS FILII DEI.

Senza dilungarsi troppo su questa spiegazione, traducendo le lettere in numeri romani si ottiene esattamente il numero 666.

Ciò che c’interessa maggiormente è però l’aspetto antropologico e teologico di questa interpretazione secondo la quale l’uomo per secoli è stato ingannato e controllato (mentalmente) da una setta maledetta da Dio (Santa Madre Chiesa) con a capo il Vicarius Filii Dei.

Questa setta continua la sua opera anche nei tempi odierni, oscurando il reale senso delle profezie e snaturando gli uomini in quanto non riconosco il bene dal male, spesso confondendoli.

Secondo gli gnostici invece, in fenomeno della vita va interpretato come un fatto estremamente negativo e opere di potenze malvage (demoniache); in quest’ottica l’Apocalisse di Giovanni sarebbe rivolta all’uomo la cui struttura principale è costituita da Carbonio (12), a ribadirne la negatività.

Ritengo superfluo evidenziare quella che è l’interpretazione prettamente Cattolica che, sostanzialmente, può essere così riassunta: arriverà il tempo dell’Apocalisse, chi è stato bravo e buono si salverà, gli altri (probabilmente) no.

Il grande inganno

Il modus operandi delle grandi religioni monoteiste e delle massonerie mondiali (che spesso sono la stessa cosa) è oramai noto: inventano le cose, trasmettono e tramandano grandi verità ma, guarda caso, le interpretano sempre a proprio favore. Quando i fatti storici raggiungono dimensioni apocalittiche, e al giorno d’oggi ne abbiamo vari esempi, è necessario rimanere saldamente ancorati all’alleanza e all’unione tra Dio e l’uomo. Se le cose vanno così male, è certo per colpa nostra perché quasi sicuramente tutti abbiamo in qualche modo contribuito a rompere l’alleanza con Dio. La paura rappresenta da sempre il più potente, efficace e immediato strumento di controllo delle masse.

Gli gnostici dal canto loro sono sospettosi del senso comune e del mondo visibile e palpabile; a questo hanno sempre messo in contrapposizione un qualcosa di sfuggente, di arcano e atavico comprensibile soltanto a pochi eletti illuminati. E, guarda caso, entra in gioco Lui, il grande avversario, il signor diavolo gnostico per eccellenza. È il diavolo che intende distruggere il perfetto ordine divino, la sublime armonia universale del Creatore, che ci spinge a provare gli aspetti umani più primitivi, brutali e reconditi per allontanarci da Dio.

Dobbiamo ammettere che sa farlo anche bene, dato che il diavolo è probabilmente il più grande umanista della storia.

Mettiamoci nei panni di Giovanni

Giovanni specifica chiaramente che il Cristo gli ha comunicato qualcosa di decisivo tramite un angelo.

Come mai Giovanni sente il bisogno di specificare questo aspetto?

Il motivo è abbastanza semplice: prevedendo l’inizio di una grande guerra contro Roma e immaginando un inevitabile ritorno terreno di Cristo, probabilmente pensò che fosse necessario convincere i propri discepoli

a tenersi pronti utilizzando la finzione letteraria della testimonianza diretta di colui che avrebbe dovuto esserne il principale protagonista.

Nell’Apocalisse si parla chiaramente di un ritorno e imminente del Cristo crocifisso, da attendere attivamente e non in modo passivo, preparandosi di fatto a un reale scontro armato con l’imperialismo romano e gli elementi corrotti del giudaismo. Si potrebbe sostenere che l’Apocalisse sia un ultimo e disperato tentativo da parte di Giovanni di convincere gli ebrei-ellenisti a lottare contro Roma e i falsi profeti giudaici (tra cui Pietro e Paolo).

Vi propongo una favola…

Proviamo a fare insieme un gioco d’immaginazione: prima però è necessario liberarsi prima da tutti i preconcetti che ci sono stati inculcati nella mente fin da quando eravamo bambini!

Pronti?

Se vi dicessero che le religioni sono una ben strutturata invenzione per controllare le masse?

Se vi dicessero che non esiste alcuna dualità nel nostro Universo?

Se vi dicessero che la dualità è stata creata dalle religioni, dalle massonerie e da gruppi di potere per creare divisione e non farvi avere consapevolezza?

Se vi dicessero che in realtà che le più grandi religioni del mondo contengono insegnamenti di non-dualità, l’idea che tutto è uno e che la manifestazione dell’universo non sia altro che la manifestazione dello spirito?

Se vi dicessero che questi insegnamenti vengono manipolati dall’ego delle persone per creare paura e sottomissione?

Se vi dicessero che non esiste un Dio onnipotente creatore, ma piuttosto un’unica Coscienza creatrice?

Se vi dicessero che voi siete parte di questa Coscienza? Una piccola parte, ma con le stesse caratteristiche (un frattale, per utilizzare termini scientifici)?

Se vi dicessero che l’universo è come un singolo organismo di cui ognuno di noi fa parte?

Se vi dicessero quindi che è l’uomo il creatore del proprio Universo?

Se vi dicessero che viviamo in una realtà soggettiva e virtuale in quanto modificabile?

Se vi facessero notare che queste cose in realtà sono già scritte in modo chiaro nei miti antichi?

Il problema, per chi ha volutamente creato la dualità e la conseguente divisione, non è tanto il SE vi dicessero, ma che iniziate ad averne consapevolezza!

L’essenza della vita

In quale modo potete essere controllati se iniziate ad avere coscienza del fatto che siete voi i creatori del vostro Universo? Come farebbero a farvi agire subdolamente come automi se foste consapevoli che la MORTE (non biologica) è un concetto astruso in ambito cosmico e che nell’Universo non esiste? Come farebbero a farvi credere alle favole che vi propinano da secoli?

Ammettiamo che abbiate davvero consapevolezza di quanto detto! Paghereste le tasse? Passereste notti insonni a pensare a come saldare i debiti? L’uomo farebbe guerre sterminandosi, di fatto, l’un con l’altro? Andreste ogni santo giorno a lavoro? Credereste alle notizie manipolate dei media? Dareste la stessa importanza ai soldi, che è un’invenzione da parte di qualcuno per creare divisione tra ricchi e poveri?

Sareste sicuri che la vita che state vivendo sia giusta?

L’elenco sarebbe lunghissimo ma, sostanzialmente, se un individuo acquisisse davvero consapevolezza di tutto ciò diventerebbe non controllabile, non manipolabile, non sfruttabile e, quindi, scomodo per chi vuole che ciò accada.

Conclusioni

Come dico spesso, esiste una differenza tra la realtà percepita e quella oggettiva. Questa differenza, che apparentemente e superficialmente può sembrare un labile confine indefinito, nasconde in realtà un abisso dentro al quale nuotano molti squali.

Il nostro cervello, sublime “macchina” lettrice di ologrammi, ci fa percepire la realtà in modi differenti: la mia visione di realtà può differire dalla vostra ad esempio.

Per cui il volenteroso Giovanni ha raccontato una storia, anche bella e ricca di spunti ad esser sinceri, con un obiettivo, come normale che sia: sta a chi legge interpretarla.

Per pura pignoleria dovrei sottolineare anche il fatto che il termine ANTICRISTO è già di per sé un concetto duale, che si contrappone a qualcosa; ed è innegabile che ci hanno abituati a credere che qualsiasi parola preceduta da “anti”, assuma un’accezione negativa.

Per cui un antiprotone, ad esempio, è avverso e sfavorevole? Se non esistesse l’antimateria, la materia non avrebbe senso e viceversa. Esistono entrambe e sono la stessa cosa.

Nell’Apocalisse di Giovanni, Dio (Gesù incarnato) si definisce “Alfa e Omega” in almeno quattro passaggi (Apocalisse 1:7-8. 1:11. 21:6-8.  22:12-15): l’inizio e la fine, il primo e l’ultimo (trattandosi della prima e dell’ultima lettera dell’alfabeto greco).

Secondo il sottoscritto l’uomo non è né il principio e nemmeno la fine. L’uomo è, punto.

Ed è anche il creatore del proprio universo: mi rendo conto che porre l’uomo al centro dell’Universo e sostituirlo a Dio costituisce, secondo il dogma comune, la blasfemia più grande che possa esistere (secondo questa linea di pensiero anche fare meditazione, Yoga e Tai Chi lo è).

Per intenderci è ciò che vuole farci credere Satana, con Lucifero e tutti i suoi sottoposti, per condurci al peccato originale e alla perdizione eterna, allontanandoci dalla perfezione del Creatore.

Dato che non intendo restare a testa china a sorbirmi ogni tipo di sciocchezza che mi venga propinata soltanto per inibire il mio ego e per non rendermi consapevole, mi preparo a subire le pene dell’inferno.

Nella speranza di un inferno come quello descritto da Dante Alighieri nel Canto XXXIV, al cospetto di Lucifero che, sbattendo le ali, crea un vento freddo che fa ghiacciare le acque del lago di Cocito: d’altronde odio il caldo!