Genesi dell’universo nella mitologia norrena
L’origine del tutto nel mito norreno
Di seguito il racconto facente parte della mitologia norrena e vichinga che spiega l’inizio di tutto, partendo da un infinito abisso chiamato Ginnungagap, delimitato da due mondi opposti, quello del ghiaccio e quello del fuoco.
Ginnungagap
In principio era Ginnungagap, ovvero il vuoto beante ovvero il vasto abisso, uno spazio senza limiti che si estendeva all’infinito in ogni direzione, capace di contenere un miliardo di universi e di essere ancora praticamente vuoto.
Chi avesse potuto contemplarlo sarebbe stato preda della vertigine, si sarebbe sentito senza peso, terrorizzato da quella mancanza di lunghezza e larghezza, di alto e di basso. Nel Ginnungagap non era nulla che il pensiero umano potesse cogliere, non una goccia d’acqua, un filo d’erba, un granello di sabbia e né luce né tenebra, né silenzio né suono: null’altro che un vuoto beante, che tuttavia non era affatto tale. Il vuoto era informe, ma non conteneva solo vuoto: un segreto noto solamente agli dèi.
La regione del fuoco e quella del ghiaccio
Dopo il principio, il nulla cominciò a essere qualcosa, e in esso apparvero due regioni contrastanti. In primo luogo la regione del fuoco, detta Muspellheim dove nessuna creatura comune poteva vivere poiché la terra ardeva e l’aria era in fiamme. In seguito i giganti del fuoco fecero della Muspellheim la loro dimora.
Gli Aesir (principali divinità della società e delle sue gerarchie) avevano cura di stare lontani da quella regione perché il calore era così intenso, le fiamme così ardenti, che tutto veniva ridotto in cenere anche dalla distanza di un milione di miglia e, cosa più spaventosa ancora, Surt, il più feroce dei giganti di fuoco, montava di guardia sulle frontiere ardenti, stringendo nel pugno fiammeggiante una spada di fuoco. Surt sbarrava la strada a chiunque. Compresi gli Aesir, gli dèi.
Era lì fin da l’inizio e sarebbe stato lì fino alla fine, il Ragnarok quando il loro destino si sarebbe compiuto.
La seconda delle grandi regioni del Ginnungagap, il vasto abisso, era un freddo, squallido deserto di ghiaccio e neve e di gelida nebbia chiamato Niflheim. Al pari del Muspellheim, anch’esso esistito per innumerevoli ere prima che la nostra terra fosse creata.
Al centro del Niflheim erompeva schiumando la sorgente di tutte le acque, un enorme fontanile chiamato Vergelmir, vale a dire caldaia ruggente. Tutti i fiumi di ogni tempo hanno tratto origine dal Vergelmir.
Nel Niflheim vi era un’altra sorgente tumultuosa, Elivagar ovvero acque gelide, e anch’essa era sorta da fonti ignote fin da tempi immemorabili.
La parte settentrionale del Ginnungagap si trovò a essere tutto ghiaccio e brina mentre la parte meridionale era un rutilare di scintille e gas eruttati dal Muspellheim.
Il grande scontro
Era inevitabile che, dopo migliaia di secoli, le regioni del ghiaccio e del fuoco nell’enorme vuoto s’incontrassero, e quando questo accadde si verificò un fenomeno singolarissimo, che nessuno, dacché il mondo esiste, è stato in grado di spiegare: il sorgere della vita. Là dove i due elementi coabitavano, il vuoto era dolce come un cielo senza venti, ma allorché il ghiaccio del Niflheim toccò il fuoco della Muspellheim si ebbe un’esplosione accompagnata da un enorme frastuono. Le frammentanti gocce di veleno che sgorgavano ribollendo dall’Elivagar, furono trasformate dal fuoco in vita, la quale a sua volta formò il corpo di un gigante che si estendeva per il Ginnungagap in tutta la sua lunghezza e larghezza. Il nome del gigante era Aurgelmir, che significa caldiera di fango, altri invece lo chiamavano Ymir”.
Questo è ciò che raccontano gli Aesir, divinità legate al cielo, alla sapienza e alla guerra, al re svedese Gylfi.
Fonti
Branston, B., 1981: Dei e Eroi della Mitologia Vichinga, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano