La paura non fa 90

La paura non fa 90

La percezione della paura nell’odierna società

Liberarsi da tutti i controlli e da tutti i condizionamenti culturali può risultare molto impegnativo nella società odierna.

Rendersi conto che i nostri pensieri vengono costantemente modellati, conformati, che la nostra consapevolezza globale è inesorabilmente cancellata ad arte e che le nostre capacità percettive vengono alterate in modo meticoloso, costituisce già un grande passo in avanti. Tuttavia, per realizzare il secondo passo, è necessario affrontare le proprie paure.

Sappiamo bene che la paura è, ed è sempre stata, un potente quanto efficace strumento di controllo delle masse. Basti pensare che un tempo, e probabilmente in parte anche ora, le persone andavano in chiesa per paura di finire all’inferno nelle grinfie del diavolo.

La paura con l’evoluzione della società moderna, ha assunto sfumature leggermente differenti rispetto al passato. Oggi più che mai il “diavolo”, ovvero i meccanismi attraverso cui agisce il male fin dall’antichità, è ancora tra noi.

Le molte forme del male

Un  male che può assumere molte forme, sia quella di un ripugnante demone privo di sentimenti pronto a nuocere, che quella più profonda e sfuggente che si trova dentro ognuno di noi: la malvagità insita nell’uomo e atavicamente collegata ai nostri geni, le fobie e i nostri demoni interiori.

Ormai la concezione e la percezione del diavolo, dell’orco, sono cambiate perché sono mutati i tempi.

Prima, anche nelle storie dei nonni, essi vivevano nascosti nel bosco o nel casolare abbandonato di turno; ora che i boschi non fanno più paura, i mostri sono stati proiettati dentro di noi. Sono i nostri demoni, che non abitano più in luoghi ameni e lontani dalle città, ma che vagano per le nostre strade e che si possono ritrovare anche nella porta del vicino di pianerottolo.

La gente continua certamente ad avere paura, ma in maniera differente rispetto al passato: la paura moderna è molto più subdola e sfuggente perché va a toccare il nostro io nascosto trasmettendoci insicurezza. Non è più sufficiente barricarsi nelle nostre case ormai.

Nonostante ciò molte persone continuano ad essere magneticamente attratte dal male, dall’alter ego oscuro, dal grande avversario. Perché?

Esiste un preciso motivo per cui queste tematiche attirano il nostro interesse e non è soltanto perché incutono paura. La motivazione è ben più nascosta e profonda.

Questi aspetti dualistici, contrapposti al bene, rappresentano infatti un paradosso, una metafora e personificano tutto ciò che per molti individui è irrazionale, proibito, primordiale, ferino e che, anche se non ce ne rendiamo conto, tutto ciò che ancora esiste nella nostra vita, seppur sopito in qualche luogo recondito del nostro cervello.

Paura e consapevolezza

State attenti a coloro i quali affermano che la paura possa aumentare la vostra consapevolezza perché quando siete spaventati allora divenite più attenti a ciò che vi circonda e alle possibili minacce, rendendovi più pronti alla reazione in quanto vigili. Chi sostiene questa tesi, sicuramente, è in malafede e desidera arrecarvi danno.

Questo comportamento si verifica comunemente in natura con un’antilope, ad esempio: infatti, se l’ignaro erbivoro non avesse paura, probabilmente avrebbe minori possibilità di sopravvivere e verrebbe ucciso dal grande felino di turno intento a predarlo. Vero.

Noi non siamo antilopi però, bensì qualcosa di intimamente differente.

Pensate alle notizie diffuse dai media negli ultimi anni. Si è passati dal terrore per una pandemia, a una paura per i cambiamenti climatici, a un panico per le guerre, a uno sgomento per eventi geologici catastrofici imminenti, in un ciclo che costantemente si ripete.

Se da un lato è completamente naturale provare paura, dall’altro bisogna rendersi conto che quest’ultima viene sfruttata costantemente per creare instabilità e per instillare insicurezza, amplificando nelle persone una concezione dualistica, divisoria e di contrapposizione, puramente illusoria.

Come possiamo difenderci? Con un’arma estremamente potente: la consapevolezza.

Un individuo edotto infatti, quindi consapevole dell’infondatezza della dualità, difficilmente sarà condizionabile dalle paure istigate, essendo cosciente che l’unica cosa di cui aver paura nella vita sia la propria ignoranza.

In tal caso la paura non farebbe più novanta ma, piuttosto, un numero infinitesimale molto prossimo a zero.