Pavone: significato simbolico ed alchemico
Il Pavone nel mito greco e romano
Fin dall’antichità il pavone era un simbolo di distinzione, bellezza e vanità.
Nella mitologia greca il pavone era considerato sacro alla dea Era, una leggenda narra di come la dea inviò Argo, il mostruoso gigante dai cento occhi, a sorvegliare l’amante di suo marito, Io. Quando Zeus invio Ermes a uccidere Argo, Era utilizzò gli occhi del gigante per decorare la coda del pavone.
Questo mito ha influenzato la credenza fino ai nostri giorni, infatti, in ambito superstizioso, molte persone sono convinte che gli “occhi” posti all’estremità delle piume del pavone rappresentino il malocchio e che porti sfortuna esporle. La sfortuna associata all’esposizione delle piume di pavone può trovare spiegazione nel fatto che Greci e Romani utilizzavano le piume per decorare i templi sacri e nessuno poteva toccarle, tranne il sacerdote. Coloro i quali non resistevano alla tentazione, erano puniti con la morte. Nella mitologia romana la figura corrispondente alla dea greca fu Giunone e i suoi animali simbolo erano il pavone e la vacca.
L’uccello dai mille occhi
Secondo una leggenda Indù, il dio della guerra, delle piogge e del tuono Indra, si trasformò in un pavone dotato di mille occhi sulle piume per sfuggire a al demone Ravana. Sempre nella tradizione Indù si crede che il pavone danzi felice quando vede un temporale: una delle centootto posizioni della danza Indù significa “essere gioioso come un pavone”.
In un manoscritto del quattrocento, “Hortus Sanitatis”, si legge che quando il pavone “sale in alto” è segno di pioggia e, nello stesso periodo, in Europa si credeva che le grida del pavone fossero in grado di spaventare i serpenti. In India, dato che il pavone era solito uccidere i serpenti, nacque la credenza secondo cui il suo sangue e la sua bile potessero essere utilizzati in modo efficace come antidoto contro il veleno: per questo motivo i viandanti portavano con sé dei pavoni durante i loro viaggi. L’importanza del pavone in India è tale che la semplice vista dell’uccello è considerata auspicio di fortuna e di felicità. Aristotele lo definì “uccello persiano”, proprio ad indicarne la provenienza. Alessandro Magno amava i pavoni e stabilì pene molto severe per chiunque li avesse danneggiati.
Simbolo di resurrezione
Questo stupendo uccello fu adottato dai cristiani come simbolo di resurrezione perché, dopo la muta, si riveste di splendore. Dal fatto che Sant’Agostino sosteneva che le sue carni fossero incorruttibili, nacque la credenza secondo cui le piume del pavone poste vicino agli oggetti ne impediscano il disfacimento.
In molte pitture medievali, le ali degli angeli erano raffigurate come piume di pavone.
Significato alchemico
Il pavone ricopre un ruolo importante anche in ambito alchemico: abbiamo già detto che gli antichi alchimisti esprimessero i loro segreti chimici per mezzo di figure di animali allegoriche. Famoso il parallelo della trasformazione degli animali con i procedimenti di lavoro alchemico, necessari all’uomo per raggiungere la completezza.
Nell’immagine sottostante, tratta dal trattato Viatorium di Michael Maier (Oppenheim, 1618), è riassunto l’enigma animale che funge da allegoria per spiegare il raggiungimento della perfezione.
L’enigma alchemico
Egli, infatti, nasce a seguito della putrefazione del corvo: “il leone rosso Aas combatte contro il lupo grigio e, quando l’avrà sconfitto, diventerà un grandioso principe della vittoria. Dopodiché, rinchiudi il leone in una prigione trasparente con dieci o dodici aquile vergini e affida la chiave a Vulcano; le aquile si arrabbieranno e attaccheranno il leone, sbranandolo e dilaniandolo: quando il cadavere del leone inizierà a imputridire, le aquile per sfuggire al fetore proveranno a volar via dalla prigione e pregheranno Vulcano che le lasci uscire libere. Vulcano non accoglie le loro suppliche e le aquile, dato che la prigione non ha uscite ed è ermetica, si contamina, si corrompono e si putrefanno. Dato che la corruzione di uno è la generazione di un altro, dal leone Aas sdoppiato nascono molte cose: dapprima esce un corvo che, putrefacendosi anch’esso, da luogo a un pavone; quando il pavone svanisce nasce una colomba che trova un luogo asciutto (a differenza del corvo che non ci era riuscito) e, soprattutto nuovo perché la Terra è stata precedentemente distrutta dal Diluvio: quella che trova la colomba è la creta virginale dei filosofi. La colomba, che non è ancora totalmente immune alla corruzione, si trasforma pian piano in una fenice, che viene bruciata da Vulcano nella stessa prigione. Dalle sue ceneri nasce un frutto immortale, grazie la quale tutte le cose sublunari si rianimano”. I colori del pavone si susseguono all’interno del vaso filosofale nella Via umida che si compie con un fuoco di lampada.
Simbolo di entità malvagie?
Nella tradizione dell’Iraq settentrionale, gli Yezidi definiscono il diavolo con il termine “angelo pavone” e credono che non sia un’entità malvagia. Presso qualche popolazione induista e musulmana, è usanza portare addosso piume di pavone per tenere lontani gli spiriti maligni.
Sebbene il pavone sia ritenuto comunemente un animale positivo e di buon auspicio, presso alcune popolazioni, come ad esempio quelle di Giava, viene associato al diavolo.
Il pavone in ambito demonologico
In demonologia, e in particolare nei testi magici Pseudomonarchia Daemonum e Ars Goetia, il demone Andrealphus, di rango Marchese e capo di trenta legioni di demoni, è raffigurato con forma antropomorfa con testa d’asino e coda di pavone. La forma che sceglie per manifestarsi è proprio di quest’uccello.
Significato onirico
Sognare un pavone ci deve indurre a riflettere se i nostri comportamenti e il nostro modo di raffrontarsi agli altri sia corretto; se si sogna intento a fare la ruota allora avremo felicità nel matrimonio e nel lavoro, se invece non fa la ruota significa che sono in arrivo problemi.