Asino: origini e significato simbolico
L’asino nel mito
Secondo la mitologia greca Apollo fece crescere orecchie d’asino a re Mida perché costui prediligeva la musica del flauto di Pan rispetto a quella del suo liuto.
Sorprendentemente questo animale assume in significato importante nel mito egizio che spesso viene utilizzato per raffigurare il dio egizio Set: trattasi dell’asino rosso che era rappresentato come una delle entità più temibili tra tutte quelle che l’anima del morto doveva incontrare nel suo percorso verso l’oltretomba.
Aspetti esoterici
Nella concezione esoterica l’asino rosso assume lo stesso significato e accompagna l’iniziato nelle prove che deve superare. Sul significato di questo animale e circa il suo ruolo nella tradizione evangelica, è possibile rinvenire in bibliografia e in rete moltissime informazioni in parte concrete e rispondenti al vero. Vogliamo però in questa sede proporre una similitudine, probabilmente azzardata, tra l’asino rosso sopra descritto e l’allegoria descritta nell’Apocalisse in cui si parla della grande prostituta (la madre delle meretrici, la Grande babilonia), che cavalca una bestia scarlatta con sette teste e controlla i potenti della terra e i suoi abitanti. La prostituta di Babilonia è intesa da alcuni studiosi come la rappresentazione dell’Anticristo perché è accusata di essere la responsabile della corruzione della terra: con essa hanno fornicato i re della terra e si è ubriacata con il sangue dei martiri. È vestita in modo sfarzoso, cavalca una bestia scarlatta e nelle sue mani brandisce un calice d’oro ricolmo di abominazioni.
Alla fine però la grande prostituta verrà distrutta dallo stesso Anticristo in modo efferato: leggendo tra le righe si evince che la prostituta definita babilonia, in realtà altro non sia che Gerusalemme: infatti, dopo la sua distruzione nel 70 d.C., la città divenne una prostituta, per cui una figura ben diversa dalla città santa che l’aveva identificata in precedenza. Ricordiamo inoltre che fu proprio l’asino a portare Cristo sul dorso e, in quanto tale, ritenuto animale sacro.
Proprietà curative
Secondo la credenza popolare questo animale ha anche proprietà curative: prelevare tre peli dalla sua criniera nera e metterli successivamente in un sacchetto al collo del malato, erano ritenuti un ottimo rimedio contro la pertosse. Alto rimedio contro la pertosse consisteva nel far passare nove volte il bambino sotto la pancia di un asino mentre, per guarire da ferite di serpenti e scorpioni, era sufficiente mangiare il polmone dell’animale. Per proteggere un bambino dalla paura, è necessario coprirlo con la pelle di un asino. Se un bambino malato è messo in groppa all’asino in corrispondenza dei peli che formano una croce e l’animale percorre nove giri, la guarigione del bambino è assicurata. A causa della conformazione a croce dei peli dell’asino sulla sua schiena, pare che nemmeno il diavolo possa assumere le sue sembianze. Come per gli altri animali, anche l’asino può presagire cambiamenti climatici, infatti, se egli tende le orecchie e raglia allora la pioggia è in arrivo.
Per quanto riguarda la fase onirica, sognare questo mammifero carico che cammina rappresenta un matrimonio felice e viaggi, anche se, a causa della proverbiale lentezza e caparbietà dell’animale, potrebbe indicare che i viaggi subiranno ritardi. A causa dell’abitudine dell’asino di andare a nascondersi prima di morire (consuetudine, tra l’alto, comune a molti altri animali come ad esempio il gatto), pare che vederne la carcassa sia di buon auspicio: proprio perché è raro vederne uno morto (da cui deriva il detto popolare non si vede mai un asino morto).
Nella concezione massonica
Per quanto riguarda l’aspetto massonico, si ricorda l’allegoria “dell’asino che trasporta le reliquie” di Guénon che va letta, sinteticamente, in questo modo: l’iniziato che effettua un rito può anche non comprenderlo, ma non per questo motivo il rito non sarà trasmesso. Seppur i membri di un’organizzazione iniziatica possano non comprendere a fondo il significato dell’appartenenza del loro ordine, il ricongiungimento con lo Spirito avverrà comunque. Anche in questo caso, anche se si tratta di una metafora ben più profonda delle semplici parole, l’asino è considerato testardo e stupido: in realtà sappiamo trattarsi di un animale molto intelligente, ma le sue caratteristiche di cocciutaggine e ostinatezza, hanno fatto sì che nell’immaginario collettivo la parola asino fosse associata a persone stupide o che non hanno voglia di studiare.
La botte d’asino
Classica l’espressione attribuita a uno studente svogliato, sei un asino: le perverse menti dei carnefici medievali presero spunto da questo concetto per inventare metodi di tortura terribili come ad esempio, l’asino che veniva riservato ai bambini ritenuti poco intelligenti o cattivi studenti; essi erano messi per ore in punizione su un piccolo feticcio con le sembianze dell’animale che sulla schiena aveva delle spine di ferro e il bambino era costretto a indossare un copricapo con le orecchie d’asino. Oppure la botte dell’asino dentro cui veniva messo il malcapitato, solitamente accusato di essere un ladro, con la testa imprigionata in una maschera di ferro con le orecchie a forma d’asino. La vittima era costretta a girovagare in quel modo e a defecare dentro la botte fino a che non si riempiva: questo, solitamente, portava a una morte lenta e straziante per setticemia.
Fonti
Alchimia e Mistica, Alexander Roob,Taschen GmbH, Köln, 2007
Bibbia Sacra, tradotto in lingua italiana da Monsignor Antonio Martini. Prima Edizione, Londra 1828
Dictionary of Mysticism, F. Gaynor ,Philosophical Library, New York 1953
I Miti Ebraici, Robert Graves e Raphael Patai, Tea Edizioni, 1988
Storia della Magia, Kurt Seligmann, Casa Editrice Odoya srl, 2010; pagg. 249-257